Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, e se possono imparare a odiare, possono anche imparare ad amare, perché l'amore, per il cuore umano, è più naturale dell'odio.
Queste parole pronunciate da Nelson Mandela, risuonano ancora oggi come un canto di speranza per tutti coloro che subiscono ogni giorno violenze come quella che avete visto all’inizio del video di oggi, un canto di speranza verso un futuro migliore privo di pregiudizi, un mondo in cui possiamo riconoscerci come veri fratelli, tutti uguali e contemporaneamente profondamente diversi.
Quello che sta succedendo negli Stati Uniti deve essere perciò un chiaro segnale per tutti quelli che non hanno capito che i veri diversi sono coloro che non comprendono la vera bellezza di essere diversi.
Ma esattamente quali sono i motivi che hanno fatto scendere in strada tutta quella gente nonostante una pandemia in corso? I motivi sono da ricercare anche nelle conseguenze causate da questo terribile virus che ha sconvolto la vita di tutti noi.
Il Coronavirus ha destabilizzato ancor di più la società Americana rendendo evidenti ancor di più le differenze sociali già presenti prima dell’emergenza.
Secondo i dati forniti dalla CNN il patrimonio medio di una famiglia bianca è 10 volte quello di una famiglia di colore e lo stipendio di una persona di colore è circa il 60% di quello di una persona bianca.
Possiamo però tralasciare i dati che testimoniano, comunque, come non sia da colpevolizzare solo la criminalità, bensì la povertà data anche e soprattutto dall’altissimo tasso di razzismo presente, e che crea inevitabilmente ogni giorno disparità sociali sempre più ampie.
Ed è proprio questa ragione a far preoccupare davvero le persone, ancor di più quando si tratta di razzismo istituzionalizzato e che quindi per la maggioranza delle volte non viene neanche punito a sufficienza.
Roberto Saviano scrive:
“Il sentimento che pervade in Usa durante le manifestazioni per il brutale assassinio di George Floyd è la perdita di speranza. E quando si perde la speranza, le uniche cose che sembrano contare diventano rabbia e vendetta.”
E in merito alle proteste Violente che vediamo tutti i giorni al telegiornale aggiunge:
“La distruzione delle vetrine e il saccheggio non rappresentano il rifiuto di un mondo ingiusto, non sono il tentativo di distruggerlo, di azzerarlo per ripartire da altro, ma un mezzo per appropriarsene, per accedere laddove i guadagni non consentono di arrivare.
Chi scende per strada in maniera pacifica - cioè la stragrande maggioranza dei manifestanti - lo fa per mostrare la propria indignazione per come le cose vanno, spesso con la consapevolezza che nulla potrà davvero cambiare.”
Perché purtroppo: “Fa più rumore un albero che cade che una foresta intera che cresce”. (Lao Tzu)
Non siamo di fronte a una protesta senza precedenti ma piuttosto a qualcosa di visto e rivisto ma che oggi purtroppo o per fortuna è arrivato anche oltreoceano colpendo diverse altre nazioni che stanno anch’esse manifestando parallelamente agli USA.
È bene ricordare anche il caso di Eric Gardner ucciso cinque anni fa, con le stesse modalità dell’omicidio di George Floyd avvenuto ormai da poche settimane, e di cui forse si è parlato troppo poco.
Le stesse parole, ripetute undici volte: “I Can’t Breathe, Non respiro”, “Mi state uccidendo” provavano a gridare a squarciagola George ed Eric, con quel ginocchio pressato sul suo collo per ben nove e undici minuti, che facevano diventare quelle urla nient’altro che dei fiochi sussurri.
L’epilogo di questa vicenda sembra essere però diverso, pochi giorni fa i poliziotti responsabili della morte di Floyd sono stati arrestati e in particolare Derek Chauvin, l'agente che teneva il ginocchio sul collo di Floyd è in attesa di un processo per omicidio.
Questo non ci deve far dimenticare tutto ciò che successo e sta continuando ad accedere in questi giorni, a tutti i sacrifici fatti da persone come Malcom X, Cesar Chaves, Martin Luther King, tutti gli omicidi e le violenze insensate che hanno preceduto quest’ultimo come quello di Michael Brown, quello di Eric Gardner o ancora il pestaggio di Rodney King.
Non dobbiamo dimenticare, ancora, che gli eventi di questi giorni ci appartengono ancor di più se pensiamo alle migliaia di persone che ogni giorno muoiono nei nostri mari nella speranza di un posto migliore dove poter ricominciare una nuova vita e che spesso vengono lasciati nei barconi a morire da scafisti e da terribili governi che predicano guerra, odio e soppressione.
Se siete arrivati a questo punto del video e vi state chiedendo: cosa posso fare io, nel mio piccolo, per cambiare le cose, la risposta è che Informarsi è sicuramente il primo e grande passo contro la disinformazione e le Fake news che creano ancora più caos in questo mondo di per sé nel caos.
Combattere le disuguaglianze rappresenta una sfida ù importantissima affinché proteste e rivolte si riducano sempre di più.
La cosa più importante da fare resta comunque cambiare il proprio modo di pensare e di agire cercando di dimenticare i pregiudizi che per numerosi motivi abbiamo ormai fissato nella nostra mente come una sorta di mantra, e che dobbiamo necessariamente eliminare per far sì di essere davvero antirazzisti, con l’unico obbiettivo di un mondo migliore in cui possiamo convivere serenamente come fratelli e sorelle senza la paura di essere uccisi per strada mentre si va in un supermercato.
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